Conclave, regole rigide sul cibo: i riti da rispettare
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Direttore: Alessandro Plateroti

Cosa si mangia durante il Conclave: regole rigide e riti da rispettare

Pane e vino

I prelati sono chiamati a seguire regole ferree per il cibo e le bevande durante il Conclave, che – però – si alternano a momenti di fasto.

L’alimentazione ha avuto un ruolo molto importante nella storia delle elezioni papali: per questo motivo, dunque, durante il Conclave, i prelati devono seguire delle regole ferree che prevedono una dieta ristretta, alternata ai momento di fasto. Scopriamo, dunque, cosa si mangia durante il processo di scelta del nuovo Pontefice.

Le origini austere del conclave: pane, vino e preghiera

Nel 1274, con la costituzione apostolica Ubi Periculum, Gregorio X elaborò una disciplina rigorosa per l’elezione del Papa, al fine di evitare una lunga permanenza nella sede pontificia.

Tale riforma nacque in risposta dopo la morte di Clemente IV, momento dal quale i cardinali impiegarono ben 33 mesi per eleggere un successore, scatenando malumori popolari e disordini civili. I porporati, riuniti a Viterbo, furono, infine, rinchiusi nel palazzo papale e obbligati a seguire un regime alimentare sempre più restrittivo.

Conclave
Cardinale che partecipa al Conclave – newsmondo.it

Trascorsi tre giorni senza giungere a un’elezione, i cardinali potevano consumare un solo piatto per pasto. Se dopo altri cinque giorni il voto era ancora in stallo, si passava ad una dieta composta esclusivamente da pane, acqua e vino.

In questo modo, dunque, si riducevano i tempi di scelta del nuovo Pontefice, conferendo meno lussi ai religiosi coinvolti nel processo decisionale. Tale esperienza, dunque, nei fatti ha segnato, profondamente, la prassi ecclesiastica, dando origine al conclave così come lo conosciamo, il cui nome stesso richiama la chiusura fisica e simbolica dei cardinali “cum clave, ossia sotto chiave.

Dal rigore alla raffinatezza: il conclave del Cinquecento

Con il passare del tempo, però, le regole più rigide furono ammorbidite, soprattutto durante il periodo avignonese. Le cucine del sontuoso palazzo papale francese continuarono ad operare anche durante le elezioni pontificie, ma fu solo nel XVI secolo che si assistette ad una vera e propria trasformazione, culminata nel lungo conclave del 1549-1550, conclusosi con l’elezione di Papa Giulio III.

Grazie alle dettagliate cronache di Bartolomeo Scappi, famoso cuoco al servizio di Pio V, si conoscono con precisione le abitudini alimentari dei cardinali rinchiusi in conclave.

Le 59 stanze riservate ai porporati erano fornite di comfort ed attrezzature, come apposite cassette e borse per il trasporto dei cibi – la cornuta e la sporta – decorate con le insegne araldiche di ciascun cardinale. I servitori, in processione ordinata, consegnavano le vivande attraverso diversi controlli.

Tra le pietanze, possiamo annoverare frutta, insalate, vivande calde, vino e acqua erano serviti con precisione liturgica.

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ultimo aggiornamento: 8 Maggio 2025 9:02

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